giovedì 12 novembre 2009

L'arte irriverente di Wim Delvoye



Wim Delvoye personalità originalissima, estrosa e penetrante allo stesso tempo.
Il suo lavoro è l’esatta traduzione del suo spirito e del suo pensiero: le opere, quasi sfacciatamente pop ed irriverenti rispetto all’aura di rispetto attribuita all’arte – lui non disdegna di mischiare e confondere gli stili, i soggetti e con essi le nostre esperienze e certezze – trasgrediscono ogni schema e, in ogni contaminazione che le compone, acuiscono il senso tanto di ciò che sembrano dissacrare quanto di ciò che paiono celebrare. L’estetica (se non anti-estetica) di Delvoye si volge alle cose di tutti i giorni, alla gente comune, alle consapevolezze diffuse e a queste, in una cortocircuitazione rappresentativa e di senso, sovrappone, fino ad ibridarle in nuove risultanze, contenuti e riferimenti più importanti e profondi. Davanti ai suoi interventi non si rimane immuni dall’essere immediatamente divertiti, ma di conservare poi anche una certa drammatica impressione di disorientamento.
Nelle sue opere appare forte l’elemento dell’ironia, dell’irriverenza, della dissacrazione. Ogni dissacrazione è il risultato della lotta di classe o, per lo meno, il mettere in questione l’ordine sociale.
Poi ci sono anche i maiali tatuati, resi pelli o sculture.
La sua opera, forse la più conosciuta, la Cloaca, che non è altro che una macchina per produrre escrementi, un progetto complesso ed elaborato.


Wim Delvoye è nato a Wervik nel 1965. Vive e lavora tra Grand, Berlino e Pechino.

Wim Delvoye is a fervant empiricist.
His work is of a hybrid nature, a good example
being Cloaca, the famous mechanical digestive apparatus that produces “artists’ shit”.
He takes a shrewd pleasure in abolishing distinctions between beauty and ugliness and purity and impurity by mixing craftsmanship, technology, the scatological and the sacred. Delvoye has created the metallic, gothic-inspired chapel with stained glass windows containing subversive imagery specially for Mudam.
The artist makes reference to his own work in black, grey and coloured glass. Obscene gestures, kisses, human intestines and skeletons from Cloaca are x-rayed, thus gaining the status of pagan stained glass windows.
His x-rayed pieces of meat unveil their atheist message thanks to the light that
stained glass once rendered divine.
The skulls, the bones and their by-products are grimacing, cynical modern vanities.

http://www.wimdelvoye.be/

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